L’idea che sta alla base del Progetto Comunità Civile è che il “teatro“, inteso nella sua più ampia accezione, possa essere messo a disposizione dei cittadini e debba diventare un centro propulsore di iniziative che contribuiscano alla crescita e alla formazione di uomini e donne più consapevoli, più sereni rispetto al proprio corpo, più fiduciosi rispetto alle proprie capacità di entrare in relazione e più sensibili ai problemi che interessano la comunità.
Tutto questo passa attraverso un lungo lavoro che interessa la creazione di un gruppo, la messa in rete di soggetti diversi (persone, istituzioni, cittadini di tutte le età), lo sviluppo di dinamiche di empatia, di rafforzamento delle competenze espressive di base, il riconoscimento della propria emotività: un percorso di educazione civile che potremmo definire tout court di educazione all’accoglienza alla diversità e alla tolleranza.
Il teatro, va da sé, è soprattutto per chi lo produce (chi, di fatto, sta sulla scena) un veicolo fondamentale di “comprensione emotiva” che al pari, e in alcuni momenti forse anche di più, di quella intellettuale riesce a comunicare sentimenti e reale comprensione (da com-prendere, prendere dentro di sé).
Mettere in scena degli spettacoli, studiare i testi che servono a svilupparli, interiorizzare i temi, non solo con la “testa” ma anche con il corpo e con le proprie emozioni reali, crea in coloro che vi partecipano una totale aderenza non solo al lavoro rappresentato, ma ai principi e ai valori che lo hanno generato.