BIANCANEVE, OVVERO DELLA VANITÀ
di Manu Lalli
Teatro di Rifredi – Rassegna Teatro Scuola della Provincia di Firenze
Sabato 20 maggio 2000 ore 21.00
La storia originale di Biancaneve, non edulcorata come nei racconti moderni e nei cartoni animati, è, come molte storie dei Grimm o di Andresen, una favola macabra e ricca di contenuti simbolici.
Nella vera storia, Biancaneve viene per ben tre volte blandita dalla “strega”, attraverso oggetti della vanità, e infine muore mangiando una mela rossa.
E non è per il bacio del principe che si risveglia, ma perchè i servi del principe, nel trasportare il cadavere della bella, inciampano in un ramo e le fanno così uscire dalla bocca il pezzo di mela mortale.
Lo stesso vale per la strega. Questa non muore cadendo inavvertitamente nel burrone, mentre fugge dai nani, ma viene uccisa da Biancaneve e dalla sua corte, durante le nozze. Biancaneve le fa indossare, infatti, un paio di scarpe di ferro rovente e le impone di danzare fino alla morte.
Ovviamente le chiavi di lettura di una storia così complessa possono essere molteplici: nello spettacolo si privilegia non solo il rapporto madre-figlia (la madre buona che si trasforma agli occhi della fanciulla adolescente nell’antagonista-rivale dal punto di vista estetico), ma anche, e sopratutto, quello della regina (e di tutte le donne) con la vanità.
La vanità come una prigione di ferro, una malattia, talmente invadente da far passare in secondo piano proprio colui al quale è destinata, il re, e con lui tutti gli uomini della terra.